Questa teoria parte dal presupposto che lo Stato impone la sua valuta attraverso le tasse. I cittadini sono quindi disposti ad accettare il denaro creato dal nulla dallo Stato, per ottemperare agli obblighi imposti dall'autorità. Da questo se ne deduce che la spesa dello Stato non ha un limite che si può preimpostare come definitivo e assoluto. Lo Stato in definitiva crea il denaro per approvvigionarsi di beni e servizi, e utilizza queste risorse per funzionalità pubbliche.
La Teoria Monetaria Moderna è suddivisa in due parti. La prima parte descrive semplicemente ciò che avviene. La seconda è prescrittiva, e suggerisce di portare la disoccupazione involontaria a zero attraverso l'istituzione dei programmi di lavoro garantito.