Joel Samuele |

 

Negozi LinuxSì.

Qualche tempo fa ho fatto presente agli amministratori di LinuxSì, che molti negozi presenti sulla lista non vendono nulla che abbia a che fare con Linux. Molti collegamenti verso siti “Linux Friendly”, presentano home page che fanno pensare ad altro. Dopo qualche ora di navigazione, visitando i siti proposti, si avverte solo un grande senso di sconforto.

Sembra quasi che qualcuno ti stia prendendo in giro.

Ci sono “anche” dei siti che vendono qualcosa con Linux. Ma quella lista si potrebbe ridurre del 50% senza farsi troppi pensieri.

Ho visto poi che stanno tentando di risolvere il problema, attraverso un sistema informatizzato, di tipo tecnico. Nella realtà dei fatti, per il numero esiguo di negozi indicati in quella lista, si farebbe molto prima a dividersi il lavoro per contattare tutti i negozi.

Cosa che prevede di uscire da uno schema di pensiero nerd, che esclude dalla comunicazione elementi paraverbali che sono fondamentali per capire come stanno le cose.

State realmente vendendo computer con Linux? Questa dovrebbe essere la domanda cardine.
 

Negozio SoloLinux.

Ho pensato di realizzare un progetto che può avere 2 funzioni principali:

  • Ispirare le persone ad intraprendere un’attività commerciale, che consiste in un negozio che vende PC, portatili, dispositivi mobili con distribuzioni Linux installate sopra.
  • Mettere a confronto tra ciò che viene proposto come “Linux Friendly”, e ciò che invece uno si aspetterebbe.

Sono certo che questo progetto incarna quello che molti vorrebbero, ma non hanno il coraggio di chiedere per mancanza di visione d’assieme.

Pensate ad un negoziante che vorrebbe aprire un negozio dedicato a Linux. Si troverebbe di fronte al dilemma se riuscirà mai a trovare un mercato, con una clientela abbastanza numerosa da sostenere l’attività.

Ecco che ironicamente l’insegna recita “SoloLinux, ma anche windows”. Questo perché se si entra in un negozio fisico, ti puoi trovare qualcuno che ti dice:«si, io vendo PC con windows, ma uso Linux. E volendo ti potrei vendere un PC “anche” con Linux. Però mi raccomando, non lo dire in giro».

Però chi non ha il coraggio di esprimersi non avrà mai una clientela. E se è vero che per vendere un prodotto bisogna avere un mercato, va anche considerato che se non trovo il venditore disposto ad offrire un determinato prodotto quel mercato non si crea.

Purtroppo l’economia recessiva dell’eurozona non aiuta gli esercenti. E su questo bisogna evitare di raccontarsi favole.

Tutti coloro che intraprendono un’attività di vendita, devono fare i conti con i clienti che verranno. Quelli che daranno un’occhiata e poi faranno il confronto con i prezzi di amazon o di un altro venditore che costa di meno.

Nel mentre la struttura europea, sta istituzionalizzando strumenti informatici con i quali accedere a tutti i portali dell’amministrazione pubblica. Spingendo i cittadini a munirsi di strumenti tecnologici, di cui nessuno ha il controllo.

Gli smartphone Android sono per eccellenza un problema per la sicurezza dei dati personali. Se con il dispositivo mobile interagiamo con la pubblica amministrazione e con le nostre finanze, capite che è essenziale che questo sia il più sicuro e funzionale possibile?

A breve dovrebbe essere introdotto l’euro digitale per tutti, e il dispositivo mobile sarà la nostra carta d’identità, la nostra patente di guida. Se sarà possibile stampare dei cartacei con QR code che possano svolgere la stessa funzione, in ogni caso dobbiamo accedere prima tramite qualcosa di elettronico, con un programma sopra che farà da interfaccia.

Linux è la base dove sviluppare qualcosa di meglio, perché un errore in futuro costerà sempre di più. Dato che vengono sempre più ridotte le interazioni umane dirette con dei responsabili in prima persona (quando vi recate ad un CAF, quello è solo un tramite senza alcuna responsabilità diretta).

Il governo non pensa a chi viene escluso. Si parla di divario digitale utilizzando termini inglesi, per dare l’impressione che si tratti di un problema che riguarda qualcun altro.

In una buona situazione i governi dovrebbero mettere uffici pubblici dove svolgere le pratiche in ogni quartiere, e poi mettere su un sistema per fare anche dal computer, per chi ne fosse capace.

Le persone compensano tutto questo, spendendo tanti soldi per uno smarphone da pagare a rate tramite un abbonamento. Magari invece di usare Android useranno iOS. Gli hanno detto che è più sicuro e che da lì potranno leggere meglio la busta paga. Tutte cose che magari potevano fare tramite un PC, se solo avessero saputo come.

Purtroppo questo tipo di clientela non sarà l’obbiettivo iniziale di un negozio come SoloLinux. Comunque rimangono delle convinzioni pari a quelle di una religione: gli utenti MAC sono quelli che provano un estasi mistica davanti a dei prodotti costosissimi.

I già utilizzatori di Linux, vorrebbero acquistare in prossimità. Che in questo caso vuol dire che il PC viene assemblato o assistito vicino casa.

Le fabbriche di componenti sono ancora lontane, e da questo punto di vista non fa differenza comprare online o sotto casa.

Quello che cambierebbe per un negozio come SoloLinux, e l’accortezza con cui vengono scelti i componenti.

Ecco quali sono i parametri:

  • I componenti devono poter funzionare bene su Linux. Si acquistano i componenti che già hanno del materiale open source sviluppato per farli funzionare.
  • I prodotti venduti, devono mantenere la garanzia, anche se vengono modificati (es: smartphone con LineageOS o PC con sistemi di avvio come Coreboot e Libreboot).
  • Il venditore di SoloLinux, progetta pochi modelli di prodotto, in modo da poter ordinare dai fornitori un blocco unico di componenti ad un prezzo contenuto. Alcuni dei quali saranno di scorta per le riparazioni o sostituzioni.
  • Va messo da parte il discorso pseudosolidale, quando non si hanno contatti diretti con chi produce i componenti. È inutile arricchire chi si dipinge come equosolidale e attento all’ambiente, quando poi questo fa solo da tramite, e magari in modo scorretto.
  • Il negozio SoloLinux svilupperà un prodotto fascia base per ogni categoria. Come uno smartphone dedicato a pensionati e dipendenti con redditi minimi. Un PC o un portatile, sfruttando magari il mercato dei ricondizionati.
  • Poi elaborerà dei prodotti più prestanti come: uno smartphone per chi fa trading, o usa questo come strumento dove la sicurezza è tutto. Con le periferiche che si possono escludere. Oppure un PC o portatile con sistemi di avvio personalizzato.
  • All’inizio il catalogo avrà pochi prodotti, ma ogni uno o due anni ne usciranno di nuovi. Se i prodotti sono studiati per funzionare più a lungo, i clienti sceglieranno qualcosa da mantenere nel tempo. Non una moltitudine di prodotti da cambiare ogni 2 anni.
  • Per quando riguarda Portatili e dispositivi mobili, ci si dovrà orientare verso modelli rugged. Pensati per resistere agli urti, le cadute, e resistenti alla pioggia.
  • Non ci dovrà essere remora nel dotare i dispositivi, di componenti fisiche che servano a coprire la webcam quando questa non viene usata.

Ci sono delle aziende che producono PC, portatili e dispositivi mobili all’estero. Si possono ordinare ma l’assistenza clienti è dedicata ad un pubblico che già sa usare Linux. Non alla casalinga che chiede dov’è il suo feisbuk.

Affinché SoloLinux diventi un negozio alla portata di tutti, deve mostrarsi in modo creativo ed ironico. Facendosi vedere fisicamente. Passando davanti alla vetrina, si vedono una serie di schermi accesi, che mostrano ambienti desktop sconosciuti al grande pubblico. Chi non sarebbe curioso di vedere che cosa c’è dentro?

Poi ci si troverebbe davanti alla scritta che dice: Ma “anche” windows. In realtà questo escamotage ironico, serve ad avere un flusso di clientela maggiore, rispetto al focalizzarsi solo verso dei clienti che usano Linux.

L’insegna potrebbe essere modificata in vari modi, attraverso simboli che ormai tutti identificano come un posto dove si vendono PC e Smartphone, o si fa assistenza.

Questo potrebbe attrarre la clientela sbagliata? Probabile. Ma si può spiegare ai clienti che il computer deve uscire fuori dal negozio funzionante, lasciando la possibilità in un secondo momento di installare un altro sistema operativo.

Il punto centrale, è che i prodotti possono avere dei difetti, e può capitare a qualcuno che l’installazione di un sistema operativo non vada a buon fine non per sua incapacità. La cosa migliore è che il prodotto esca con un’istallazione non personalizzata, che serva però a testare tutti i componenti.

È un ottimo modo questo per far iniziare persone che non hanno mai usato Linux. Il tutto potrebbe essere settato con un sistema di ripristino, che il cliente possa gestire in autonomia.

Il secondo motivo per preinstallare una distribuzione Linux, è di natura poco etica e più attinente con la realtà umana. Le persone non vogliono pagare una licenza Microsoft, perché poi a casa “ci penseranno loro”.

 

Se il negozio avrà un fatturato, potrà interagire con i volontari e lavoratori indipendenti che si occupano di Linux dentro i proprio locali. Una parte del negozio potrebbe essere offerta per riunioni o eventi.

Vediamo alcune immagini del negozio.
 

Visuale d’assieme del negozio da fuori.

 

2) Vetrina dall’esterno.

 

Alcuni prodotti esposti nel negozio.

 

Scaffale con altri prodotti. Uno smartphone che esce già con una versione di Linux dedicata ai dispositivi mobili, e un Mac datato per gli amanti delle cose vecchie che ancora devono funzionare.

 

Una parte dell’edificio è dedicata al laboratorio, ma non solo…

 

 Lo spazio non aperto al pubblico, è riservato alle associazioni Linux, e a coloro che hanno bisogno di uno spazio per lavorare.Tutto può essere ampliato per creare postazioni dalle quali i programmatori risolvono le problematiche inerenti il mantenimento dei prodotti venduti nel negozio di SoloLinux.

 

SoloLinux vuole distribuirsi sul territorio, ma spedisce anche dal negozio online, con tutti i rischi annessi e connessi che ne comporta. 

 

Non so se conoscete la famosa consegna “al piano”.

 

SoloLinux negozio online.

Il negozio online incarna già dalla prima pagina tutto ciò che l’utente di Linux si aspetterebbe. Dicendo addio ai siti che lo impegnato per ore senza dargli risultati soddisfacenti, troviamo in alto le categorie di ricerca che lavorano per esclusione.

Cerchi un dispositivo mobile? Cliccando sulla categoria, otterrai risultati di ricerca con solo dispositivi mobili. Tutti con Linux o con LineageOS.

Ti serve un portatile con un sistema di avvio personalizzato? Ecco che le categorie Coreboot e Libreboot, ti portano dritti verso quello che ti serve, escludendo quello che invece non è di tuo interesse.

Tutta questa infrastruttura, servirà quando i prodotti diventeranno molti, e sarà necessario pensarci per tempo, perché poi le modifiche saranno sempre possibili, ma più difficili da attuare da un punto di vista organizzativo mentale.

 

Costo della licenza risparmiato.

Che senso ha far leva sul risparmio del costo della licenza di un sistema operativo proprietario, quando poi il negoziante non ci mette la faccia?

Il cliente si chiede: in che modo mi stai facendo vedere che il computer costa di meno?

Ecco che SoloLinux, vende i computer senza aggiungere il costo della licenza, ma facendo presente che lo stesso prodotto con un sistema operativo proprietario costa di più.

È essenziale non essere opachi in queste situazioni, perché il cliente anche se non capisce a livello conscio, percepisce che qualcosa non va (dov’è che mi stanno fregando?).

 

Costo della spedizione.

Il costo della spedizione è uno dei fattori di mercato importante.

Quando vengono offerte spedizioni gratuite con reso gratuito, il venditore non fa altro che ripartire il costo della logistica, tra tutte le vendite, scommettendo sulla possibilità di vedersi tornare il prodotto indietro.

Per un piccolo negoziante questa situazione può essere un problema. Che viene risolto alzando il costo di spedizione.

Il costo di spedizione troppo alto però, allontana il cliente, sopratutto se questo non viene restituito in caso di reso. Il cliente si chiede: e se fosse il mio tra i tanti a non funzionare? Devo farmi carico di questo costo? Forse sarebbe meglio guardare un altro negozio.

SoloLinux cerca un equilibrio ripartendo i costi di spedizione e di eventuali resi, in parte tra tutti i prodotti venduti; in parte con un costo esplicito di spedizione a carico del cliente che effettua l’ordine.

Questo allontanerà i clienti abituati ai prodotti di poco valore con spedizioni gratuite, che sono quella categoria di clienti che non vanno bene per un negozio come SoloLinux. Pensato poi per essere un modello che si distribuirà su tutto il territorio, dove i clienti ritireranno il prodotto in sede.

 

Modifiche al sistema di avvio, e ai sistemi operativi degli smartphone.

Le distribuzioni Linux sono ormai installabili da una buona parte di persone. Oggi le difficoltà si sono spostate su un altro livello. Chi ancora pensa che il problema sia acquistare un PC senza licenza, è rimasto al 1999.

L’attenzione si sposta sui sistemi di avvio, e gli smartphone. Dove le modifiche sono più onerose, e in caso di fallimento i problemi da affrontare sono maggiori.

La modifica del sistema di avvio prevede di dotarsi di strumentazioni per sovrascrivere componenti che di norma non vengono toccate dagli utenti.

Diventa importante quando i canonici BIOS ostacolano il funzionamento di Linux, e compiono operazioni non controllabili dagli utenti.

Oltre questo, SoloLinux va alla ricerca di dispositivi mobili alternativi ad Android e iOS.

Preparare uno smartphone con LineageOS o una distribuzione Linux non è un’operazione senza rischi. Ecco che il negoziante si incaricherà di modifiche non attuabili da tutti gli utenti.

SoloLinux assisterà anche coloro che hanno già provato ma senza successo ad effettuare modifiche non facili da invertire.
 

Priorità per i clienti Linux.

Nel sito di SoloLinux vengono date tutte una serie di indicazioni, che fanno capire in che ambito ci si trova. Trasmettendo ai visitatori una visione d’insieme di quello che sono i servizi proposti.

Tutto sta ad indicare che prima vengono i clienti che usano Linux, e tutti i prodotti sono pensati partendo dall’utilizzo di Linux.

Il cliente non avrà paura di perdere la garanzia per un prodotto che è già uscito dal negozio con le modifiche adeguate. Quel tipo di modifiche che i negozi e laboratori di PC comuni non sanno neanche cosa sono.

 

Documentazione, e account GitLab.

All’interno del sito, va sviluppata un’aerea con la documentazione che spiega come tutti i prodotti vengono preparati. E come risolvere i problemi che possono insorgere dopo un determinato aggiornamento.

Tutto questo è dedicato agli utenti non esperti, ma in grado di fare in autonomia. Oltre al consueto account sulle piattaforme come GitLab.

SoloLinux condivide il metodo di costruzione e mantenimento dei propri prodotti.

 

Come rendere realizzabile il negozio.

Per prima cosa chiedo ai volontari di LinuxSì, di togliere dalla lista del loro sito, tutte quelle attività che non hanno intenzione di avere a che fare con Linux. Oppure che avrebbero promesso computer freedos che non sono però presenti nei loro cataloghi.

Per tenere aggiornata quella lista, dovrebbero essere aggiornati anche i parametri con cui questa viene compilata.

Ogni negoziante dovrebbe fornire un link che porta ad una pagina del suo sito, dove dichiara che tipo di prodotto o servizio vorrebbe fornire nell’ambito di Linux.

Esempio: www.ilnegoziodicomputer.it/linuxsi

Questo deve essere la tipologia di collegamento che va inserito come contatto nella lista dei negozi. Cliccando si ottengono subito delle informazioni chiare su quello che il negoziante ha da offrire.

Vi sembra troppo?

Allora se questo è troppo, in che modo gli stessi si possono occupare di assemblare computer, e assistere la clientela?

Viene anche difficile pensare che uno che conosce Linux, non sappia aprire un sito su wordpress dando indicazioni generiche sulla sua attività.

 

Fatto questo vengono esclusi dalla lista, dei negozi. Ma allo stesso tempo chi ha da offrire guadagna più visibilità. In fondo era questo il motivo per cui era nato LinuxSì… oppure no?

 

Ma come rendere SoloLinux realizzabile?

Bisogna convincere chi usa Linux, a spendere presso i negozianti che si occupano di Linux (visto che ora sappiamo chi sono dopo aver depennato tutti coloro che non centrano niente).

Il problema è che tutti vorrebbero una propria personalizzazione del prodotto, ma per chi assembla e rivende, è complicato stare dietro a centinaia di richieste. Sopratutto se queste non sono accompagnate dalla disponibilità a pagare bene un prodotto o servizio.
 

Bisogna quindi fare i conti con la realtà di oggi, e dire: magari per avere tanti tipi di prodotti ci vorrà tempo. Però se intanto pensiamo a dei prodotti generici che possano andare bene a tutti, intanto si comincia a portare soldi verso chi si occupa di Linux. Questo è l’unico modo per potersi permettere in futuro più tipologie di prodotti, meglio pensati e progettati.

E l’attività dei volontari dovrebbe essere volta a coinvolgere i negozianti a cercare insieme di capire da quale tipo di prodotto bisogna partire.

All’inizio i prodotti pensati in questo ambito potrebbero costare di più, e per questo qui scatta l’idea attuativa che accende il motore al progetto: una lotteria.

 

La lotteria è un modo per raccogliere i soldi, facendo spendere a tutti i partecipanti poco, con la possibilità di avere un prodotto in cambio come premio.

Si potrebbero mettere in palio degli smartphone o dei PC con Linux.

Quando uno smartphone viene preparato con Linux o LineageOS, è già passato qualche anno dall’uscita del modello. Bisogna aspettare che sia resa disponibile un’immagine ISO, e una procedura che renda possibile il passaggio ad un sistema operativo diverso da Android.

La procedura va studiata per ogni singolo modello. E per questo motivo essendoci delle differenze tra i prodotti, bisogna limitare la scelta ad un modello per volta.

La lotteria va organizzata dalle associazioni Linux, perché la legge prevede che siano le associazioni a poter organizzare questo tipo di iniziative. Parte dei soldi devono pagare il lavoro di chi preparerà gli smartphone o i computer di vario tipo, e un’altra parte andranno a finanziare le associazioni stesse.

 

Ma perché non si potrebbe fare che le associazioni raccolgono le donazioni di chi le vuole dare?

Perché non ha senso dare delle donazioni, e per fare cosa? Per sostenere chi non si sta attivamente occupando di Linux?

Bisogna che ci siano dei segnali di interesse e cooperazione. Non ha senso dare dei soldi a qualcuno senza scopo programmato.

Vuoi che ci siano i soldi per chi lavora e si impegna con Linux? Fai qualcosa che porti quei soldi a chi darà qualcosa in cambio.

Le associazioni si occuperanno di selezionare un progetto. Se non riescono a fare questo, vuol dire che non sono associati tra di loro, ma sono solo nomi elencati in una lista di qualche APS (di cui l’Italia è piena!).

 

Quando il progetto viene selezionato, si chiede a chi viene commissionato il lavoro di condividerne il metodo, attraverso della documentazione anche video. Tutta la procedura deve essere messa in chiaro, e migliore di quella già presente in rete.

Il costo di tutto questo viene calcolato nella lotteria. E il professionista incaricato, sarà spesato fino all’ultimo centesimo, e nel frattempo avrà la possibilità di essere competitivo sul mercato, utilizzando gli strumenti e il metodo già acquisiti durante il lavoro commissionato.

Gli strumenti da acquisire sono sia la competenza, che degli strumenti materiali per la modifica o l’elaborazione dei prodotti.

Per modificare il sistema di avvio ci si avvale di strumenti tecnici per sovrascrivere delle componenti hardware che non sono modificabili senza aprire e smontare parte del computer. Chi le paga tutte queste cose? Con la lotteria vengono ammortizzati questi costi iniziali.

 

Questo discorso deve essere incrementato poco a poco. Si partirà da iniziative piccole, anche per non rischiare di dare soldi a qualcuno che poi non avrà modo di mantenere i propri impegni.

Si esce però così dal discorso che per le associazioni non ci sono i soldi, e che il lavoro non viene pagato.

I soldi per gli italiani sono sempre di meno, questo è vero. Però sugli smartphone si spendono cifre improponibili. E le persone che usano Linux sanno che si può spendere di meno. Tanto i soldi che ricevono i grandi gruppi di vendita non alimentano bene la nostra economia. Tanto vale sottrargliene un po’, per darli a qualcuno che se li merita. Sappiamo che può essere fatto.
 

Conclusioni sul progetto SoloLinux.

La verità è che molte persone utilizzano il mondo che si è creato intorno a Linux, come se fosse un loro merito personale. Come se “open source” significasse che basta parlarne per essere meritevole.

Qualche anno fa ho visto una sessione del Linux Day, in cui si diceva che siccome wikipedia è open source, allora può essere utilizzata per verificare la veridicità delle notizie. Come a dire che un progetto aperto è composto solo dai meritevoli che sono quelli che quando modificano o verificano, lo fanno con i criteri del sapere giusto.

Però quando un progetto è modificabile, i cambiamenti possono essere anche peggiorativi. Come si fa a non pensare a questa ipotesi?

 

Il mondo di Linux è legato a figure ingombranti, come lo stesso ideatore Linus Torvalds, che al momento è colui che coordina l’aggiornamento del Kernel. Senza di lui come andrebbe avanti il progetto?

Poi ci sono gli attivisti che tendono ad avere una visione focalizzata su singole cose, che però non sanno come sostenere.

Bisogna pensare che un domani non ci sarà più Torvalds a coordinare, e tutto passerà in modo definitivo ai grandi gruppi che ci mettono i soldi, e che piegheranno in modo terribile il significato di quello che dovrebbe essere Linux.

L’unico modo per essere almeno padroni non della macchina, ma del programma che fa girare la macchina, è che un domani in Italia ci siano importanti contributi per l’aggiornamento del Kernel, e lo sviluppo di codici sorgenti indipendenti da chi produce l’hardware. Per garantire che tutto ciò che utilizziamo duri a lungo, e non faccia operazioni senza il nostro consenso. Così che anche nel resto del mondo ci sia la stessa logica.

In alternativa se tutto il mondo aspettasse che qualcun altro lo facesse, nessuno lo farebbe.

 

Il progetto SoloLinux è composto da un file che si apre con SweetHome 3D, con l’idea di come dovrebbe essere allestito un negozio.

Poi c’è un sito internet tenuto in manutenzione per evitare di confondere gli utenti che si troverebbero di fronte all’ennesimo progetto Beta, scritto come se questo fosse già realtà.

Se volete accedere al sito o al file, contattatemi e fatemi sapere che siete interessati. In fondo al sito troverete anche dei contatti social.

 

SoloLinux: il negozio che non esist_


  

 

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